MAMI WATA
uno spettacolo di Filippo Ughi
in scena
Djamila Coulibaly
Mariana De Freitas Mothè
Assiatou Kondo
Claudia Mbudi Kita
dirette da Bintou Ouattara e Filippo Ughi
in collaborazione con Ibrahim Ouattara e Issa Sanou
durata 45 minuti
Lungo la costa dell'Africa che si affaccia sul Golfo di Guinea, tra Togo, Bénin e Ghana, Mami Wata è la "sirena" che vive nelle acque dell'oceano. Molte sono le sue identità e notevole la sua capacità di metamorfosi e adattamento: regina delle acque, dea della fertilità, accumulatrice di denaro, vanitosa, incantatrice di serpenti, donna e uomo, ammaliatrice, prostituta e amante gelosa.
Mami Wata è "moderna", straniera rispetto ai luoghi che la ospitano, viaggiatrice ed esotica, promessa di una felicità ineffabile, ma sempre più seducente.
"MAMI WATA" è un percorso di ricerca teatrale che mette in scena l'identità delle ragazze africane di seconda generazione, immigrate e figlie di immigrati. Le radici, sentite e necessarie, affondano in una terra troppo lontana da loro, una terra fatta di racconti, di gesti antichi e misteriosi, di storie sentite centinaia di volte dalla voce dei genitori, di somiglianze con parenti mai visti, di nonni incontrati solo in videochiamata, ma anche di amici e compagni di giochi per cui, strappati da un'improvvisa partenza, si prova una struggente nostalgia.
Queste ragazze, al pari della sirenetta della fiaba di Christian Andersen, hanno corpo, voce e cultura, ma questa ricchezza raramente trova una via per essere raccontata e arrivare alla nostra attenzione, queste ragazze, come per un incantesimo, sono rimaste mute, e di loro non sappiamo quasi nulla...